Il Parco della Preistoria di Teverga (Spagna)

di Diana Fattori

Ingresso Teverga

L'entrata del Parco della Preistoria

Leggendo l'articolo di Loana Riboli sull'arte del Paleolitico, sono rimasta affascinata da quanto l'arte preistorica potesse essere sublime. Personalmente, qualcuna delle grotte citate l'ho visitata, ma per le altre, quelle perennemente chiuse al pubblico per i motivi più diversi, come si fa? A volte c'è l'impossibilità materiale di raggiungere i pannelli all'interno delle grotte, bisognerebbe essere davvero provetti speleologi, altre volte sono addirittura gli accessi alle grotte ad essere irraggiungibili, posizionati su pareti a picco dove anche uno scalatore esperto ci penserebbe due volte prima di iniziare la salita; poi ci sono i problemi di conservazione, dal deterioramento causato dai visitatori alle muffe che si formano a contatto dei dipinti con l'aria... insomma, ammirare l'arte paleolitica sembra spesso essere più difficile che vincere la lotteria! (o smettere di fumare, o iniziare una dieta...)

 

Grotta di Altamira

Replica del pannello principale di Altamira. Notate come è stata riprodotta la morfologia della grotta, non solo i celebri dipinti

Per permettere la visite alle grotte più belle e più a rischio di conservazione che sono chiuse al pubblico da tempo immemore, negli anni passati sono state costruite delle "repliche". La "neacueva" di Altamira, ad esempio, è un esperimento ben riuscito, mentre la replica visitabile della grotta di Lascaux, chiamata Lascaux II, è una ricostruzione "in plastica" eseguita con fedeltà approssimativa... e allora dov'è la magia dell'arte? Come apprezzare il talento di uomini che per motivi magici o religiosi crearono quei capolavori?

Mentre riflettevo su questi interrogativi mi trovavo in Spagna, nelle Asturie, quando, come il cacio sui maccheroni, mi sono imbattuta in un volantino che pubblicizzava il Parque de la Prehistoria, un luogo definito attrazione "millenaria" della più moderna galleria preistorica. Naturalmente sono corsa subito a vedere di cosa si trattava.

Il parco è nuovissimo, ha aperto i battenti il 24 marzo 2007, si trova vicino la piccola città di Teverga, ed è costituito da tre edifici (nel primo c'è la biglietteria, il ristorante e il negozio dei souvenir, nel secondo c'è il museo vero e proprio e nel terzo c'è la "grotta delle grotte") che si integrano perfettamente nel verdissimo paesaggio montano.

Si tratta di un progetto originale unico in Europa, dove sono esposte le repliche delle più importanti rappresentazioni artistiche sia parietali che mobiliari in scala originale, risalenti al Paleolitico superiore, così con una sola visita è possibile avere una panoramica dell'arte paleolitica europea senza restare delusi da cancelli sigillati e visite a numero chiuso prenotate con un anno in anticipo.


Statuetta d'epoca - Foto Nando Musmarra


La visita al museo inizia con una riflessione sull'uso dell'immagine come idea base. L'arte è indicata come la principale testimone della conquista del mondo da parte dell'Homo sapiens.

Il periodo conosciuto come Paleolitico superiore europeo (da 10.000 a 40.000 anni fa) coincide con la fine dell'era glaciale ed è caratterizzato dalla sparizione dell'Homo neanderthalensis e la venuta dall'Africa dei primi rappresentanti della nostra specie, l'Homo sapiens.

E' proprio con quest'ultimo che assistiamo ad un salto sia qualitativo che quantitativo delle rappresentazioni simboliche e artistiche.


Quadro Cronologico Culturale

 


Il percorso del museo si snoda attraverso sei domande (che cosa, come, quando, chi, dove e perché) le cui risposte danno l'input ad una riflessione che riassume la storia dell'arte paleolitica:
 
 

1- Che cosa dipingevano?


In questa zona del museo sono esposte una serie di fotografie, repliche fedeli di pitture rupestri e di arte mobiliare che rivelano i due temi principali dell'arte paleolitica: la rappresentazione di animali sia autentici che irreali, di uomini e di donne, di "macchie", segni tettiformi (a forma di triangolo) e claviformi (probabili disegni femminili stilizzati). E' interessante notare che gli uomini primitivi dovevano avere una grammatica formale: pensate che nella metà dei 154 giacimenti spagnoli sono raffigurati principalmente bisonti e cavalli.


Grotta di Chauvet,

Replica di un pannello della grotta di Chauvet, la più antica di Francia

2- Come lo rappresentavano?


Qui vengono esaminati gli strumenti, le tecniche e i pigmenti usati (e come venivano preparati). Importante era la scelta dello spazio da decorare e l'uso delle lampade che bruciando grasso, non producevano fumo. La luce della lampada è fondamentale per osservare l'arte paleolitica: l'intermittenza della fiammella, in qualche modo, dà vita alle immagini riprodotte, i bisonti si muovono e i cavalli galoppano, questa sensazione non può essere ricreata dalla luce artificiale!


grotta di Tito Bustillo

Questo cavallo della grotta di Tito Bustillo è l'unico dipinto di viola in tutta la zona franco-iberica.

3- Quando lo facevano?

L'arte paleolitica europea si è sviluppata attraverso vari periodi preistorici che vanno dall'Aurignaciano al Magdaleniano. All'interno del museo viene messa a confronto la produzione artistica di ogni periodo che, naturalmente, corrisponde a differenti stili.


testa di capra - Grotta Tito Bustillo

Replica del ciondolo a forma di testa di capra ritrovata a Tito Bustillo


4- Chi erano gli artisti?

Purtroppo gli uomini della preistoria non amavano i ritratti...le poche rappresentazioni umane sono parziali, stilizzate o caricaturali, come ad esempio nella grotta di Altamira in Spagna o a Bernifal in Francia. Dei nostri antenati conosciamo l'aspetto ricostruito dalle informazioni desunte dai rari scheletri completi ritrovati nei pochi luoghi di sepoltura; al museo del Parco della Preistoria sono ricostruite le più importanti sepolture, che permettono di comprendere il comportamento degli uomini davanti alla morte e certi aspetti della loro organizzazione sociale. Sappiamo che gli uomini preistorici conoscevano la musica, e questi suoni vengono ricreati nella sala centrale del museo.

grotta di Covaciella (Asturias)

Replica del pannello principale della grotta di Covaciella (Asturias)

6- Dove lo facevano?

Naturalmente nella caverna, dove vivevano. La caverna era uno spazio organizzato e programmato, un universo ideologico in cui la topografia era riempita di significati. Le grotte venivano animate da forme e volumi, e l'arte si inseriva in maniera unica e originale, unendosi alla roccia e ai suoi rilievi. Le rappresentazioni, isolate o assemblate in pannelli, erano suggerite dalla morfologia naturale delle pareti.

 

 

7- Perché lo facevano?

Non sappiamo con certezza se l'arte era per i nostri antenati puro piacere o se, piuttosto, aveva un uso magico-religioso. Secondo molti studiosi nelle pitture rupestri è documentato un ritualismo di controllo dell'attività venatoria, destinato a rappresentare visivamente delle situazioni favorevoli di caccia con mezzi efficaci magicamente, affinché nella realtà tali situazioni venissero a verificarsi. L'arte paleolitica raffigura spesso genitali stilizzati e donne gravide, soprattutto nell'arte mobiliare. Molti antropologi collegano queste espressioni artistiche con rituali legati alla fecondità.

Grotta delle vulve - Grotta di Tito Bustillo

Grotta delle vulve, Tito Bustillo

Il Parco della Preistoria include un terzo edificio chiamato la "Grotta delle grotte" dove sono fedelmente riprodotte con le più sofisticate tecniche moderne, tre pannelli importanti dell'arte paleolitica europea: quello principale della grotta di Tito Bustillo (Spagna) con il famoso cavallo viola; il pannello denominato "numero 4" della Sala nera della cava di Niaux in Francia; e il Camarin della grotta di Candamo (Spagna). La ricostruzione è bellissima, le grotte sono state ricostruite completamente, non si tratta solo di pannelli, ma di caverne a tutto tondo, le luci basse aumentano la sensazione del visitatore di trovarsi davvero all'interno di una caverna... anche se manca la percezione del freddo e della classica umidità sotterranea!

Mappa di Teverga


Il Parco della Preistoria si trova in una zona incantevole, e nei paraggi, vicino Fresnedo, si trovano anche pitture rupestri autentiche risalenti all'età del bronzo. Il sentiero che porta a questi pittografi però, è davvero ripido e faticoso...e non ci sono accoglienti ristorantini alla fine della salita!

Per maggiori informazioni:
http://www.atraccionmilenaria.com

Copyright © 2008 Diana Fattori

Grazie a Miguel Angel Montes, Clara García e Sara Nespral per l'aiuto fornito