La Didattica di Evolution


a cura di Paola D'Agostino


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Storie di Fossili Ceresini


Un giacimento paleontologico unico al mondo ... e da valorizzare

 

I monti Orsa (998 m s.l.m.) e Pravello (1015 m s.l.m.), in territorio italiano, e il Monte San Giorgio (1096 m s.l.m.), in Canton Ticino, costituiscono un ambiente unico al mondo che si sviluppa su un territorio vasto circa 40 km2. Un'area che interessa cinque comuni della Provincia di Varese (Besano, Clivio, Porto Ceresio, Saltrio e Viggiù) e nove del Mendrisiotto (Arzo, Besazio, Brusino Arsizio, Ligornetto, Meride, Rancate, Riva San Vitale, Stabio e Tremona). Da sempre queste località, alcune costellate di cave di "marmi" e calcari, risultano accomunate dallo sfruttamento del suolo e hanno dato origine a rinomate scuole di artisti scalpellini e i natali a scultori di fama mondiale. La fama diviene oggi sempre più eccellente e i legami passati si rinsaldano: il Monte San Giorgio è dal 2003 iscritto nel Patrimonio mondiale dell'Unesco, mentre i Monti Orsa e Pravello sono candidati e in attesa del medesimo prestigiosissimo riconoscimento. A cosa dobbiamo un tale grande onore?

I nostri monti sono per gran parte costituiti di rocce calcaree e dolomitiche che risalgono al Triassico, vale a dire un periodo compreso tra circa 250 e 200 milioni di anni fa. Tra i "pacchi" di rocce triassiche ne affiorano alcuni che costituiscono formazioni geologiche particolarmente interessanti per la scienza: si tratta di strati, più o meno sottili, di rocce grigie e nere (FOTO 1) appartenenti al medio Triassico (datate tra 245 e 230 milioni di anni), che ci offrono una finestra temporale di 15 milioni di anni con una continuità tale da non esistere altrove.


rocce fossilifere

Questo è l'aspetto delle rocce fossilifere locali (Foto Evolution)

 

Da un secolo e mezzo questi particolari affioramenti sono oggetto di ricerche geologiche e paleontologiche, poiché raccontano con chiarezza di un ambiente naturale del tutto diverso da quello odierno e poiché racchiudono reperti fossili unici ed eccezionali, testimonianze dirette della vita del lontano passato. Di fossili, sulle nostre montagne, ne sono stati portati alla luce parecchi e molti mostrano una completezza rara e spesso una conservazione perfetta. I dati raccolti, durante le ricerche e le campagne di scavo, hanno dato vita a una ricca e dettagliata letteratura sull'argomento. I musei e gli istituti universitari coinvolti nelle ricerche hanno prodotto circa 800 pubblicazioni scientifiche descrivendo, tra gli altri aspetti, una fauna fossile unica nel suo genere e che non ha eguali al mondo. Le specie di rettili fossili classificate sono una trentina e un centinaio le specie di pesci, per non contare i numerosissimi resti di invertebrati e i vegetali. Tutto ciò fa del nostro territorio un punto di riferimento per chi si occupa di paleontologia e una delle località fossilifere più importanti al mondo, in particolare per quanto concerne il periodo Triassico medio. I monti San Giorgio, Orsa e Pravello conservano così un patrimonio scientifico riconosciuto a livello internazionale e questo riconoscimento chiaramente porta con sé un grande prestigio; accanto al prestigio nascono tuttavia nuove responsabilità, sia per i cittadini sia per gli enti pubblici, reali gestori dei territori coinvolti, e l'impegno a promuovere e valorizzare il patrimonio paleontologico di cui siamo in possesso non può assolutamente mancare.

 

L'IMPORTANZA DEI FOSSILI


notosauro

Alcuni esempi di fossili. Al centro sullo sfondo un notosauro, rettile triassico rinvenuto sul Monte San Giorgio (foto Evolution)


La parola fossile deriva dal latino foedere, che significa
scavare. I fossili sono i resti e le tracce di organismi, animali e vegetali, vissuti nei tempi passati; si tratta di elementi preziosi che permettono di ricostruire la storia biologica e geologica della Terra. La scienza che studia i fossili, la paleontologia (il termine deriva dall'unione di tre vocaboli greci paleos-ontos-logia che significano rispettivamente antico-essere-studio) non è finalizzata unicamente a catalogare le forme di vita che hanno popolato il nostro pianeta nel corso delle ere geologiche, ma anche a studiare i cambiamenti terrestri del passato per poter prevedere i possibili scenari futuri.



IL TRIASSICO


Lo studio dei fossili ha permesso di ricostruire come si sono evoluti gli animali e le piante sulla Terra e ha reso possibile suddividere la storia della vita in varie fasi: le Ere geologiche. L'Era più antica è detta Archeozoica (= della vita antichissima) ed è il momento in cui compaiono le prime forme viventi. Seguono, nell'ordine, l'Era Paleozoica (= della vita antica), l'Era Mesozoica (= della vita di mezzo) e l'Era Cenozoica (= della vita recente), che continua tuttora. Ogni Era viene poi suddivisa in Periodi, i Periodi in Epoche e le Epoche in Piani. Il Periodo Triassico, momento a cui appartengono i nostri fossili, corrisponde alla prima suddivisione dell'antica Era Mesozoica.


Durante il Triassico il nostro pianeta appariva del tutto differente dall'attuale: vi era infatti un unico blocco di terra emersa, un grande supercontinente detto Pangea.

 

blocco continentale Pangea

Nel triassico sul nostro pianeta vi era un unico grosso blocco continentale, il Pangea


Il Pangea aveva più o meno la forma di una "C". La parte settentrionale comprendeva le grandi masse continentali dell'Eurasia e di quello che sarebbe diventato il Nordamerica; a sud vi erano Africa, Sudamerica, India e Australia ancora tutte unite tra loro. Al centro del Pangea si trovava un golfo, chiamato Tetide, mentre l'oceano che circondava tutto il supercontinente viene chiamato Panthalassa.

Il nostro territorio nel Triassico era una zona costiera all'interno del golfo della Tetide, collocata ad una latitudine compresa tra il tropico del cancro e l'equatore; la presenza di un caldo mare tropicale rendeva l'ambiente molto simile agli attuali Caraibi. Anche la flora era diversa e di tipo primitivo: erano presenti esclusivamente pteridofite (come equiseti e felci), licofite (piante di aspetto simile a grossi muschi), cicadali e bennettitali (vagamente simili alle palme), conifere, felci arboree e alcune varietà di Ginkgo. Nel Triassico i rettili prendono il sopravvento sugli anfibi, ormai in declino, invadendo tutti i domini, della terra e delle acque dolci, del mare e perfino dell'aria.


gli ittiosauri (tavola di D.Bonadonna)

Nel nostro mare triassico nuotavano anche gli ittiosauri, rettili acquatici simili nell'aspetto ai delfini (tavola di D. Bonadonna)


Nei mari triassici compaiono i notosauri, simili a lucertole, e gli ittiosauri, rettili dall'aspetto di delfini, eccellenti nuotatori con code lunghe e grandi occhi. Un evento importantissimo di questo periodo è la comparsa dei mammiferi e non bisogna dimenticare che la fine del Triassico vede la comparsa dei primi ordini di dinosauri.


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