Solnhofen - Ein Fenster in die Jurazeit


ARRATIA, Gloria, Hans-Peter SCHULTZE, Helmut TISCHLINGER & Günter VIOHL (Herausgeber) - Verlag Dr. Friedrich Pfeil - Euro 150

2 volumi con contenitore rigido, 2015. - ca. 616 pagine, 996 immagini a colori e 97 illustrazioni in bianco e nero, 5 Tavole. - 32,5 x 24,3 cm. Lingua: Tedesco - ISBN: 978-3-89937-195-6

 

a cura di Nando Musmarra - foto da Pfeil Verlag

 

Solnhofen Fenster 01 Solnhofen Fenster 02

 

Una delle località fossilifere tedesche più famose (e più interessanti) è sicuramente l’area intorno Solnhofen, in Baviera. La maggior parte dei cercatori italiani l’ha visitata, perché inclusa in un viaggio verso i Mineralientage, la fiera di minerali e fossili che si tiene a Monaco alla fine di ottobre, o perché vicina ai luoghi dell’Oktoberfest, o semplicemente durante un viaggio nel sud della Germania.


In Baviera cercare i fossili è il primo suggerimento fornito dagli uffici di turismo, così molti collezionisti italiani hanno cominciato a tentare la fortuna nelle varie cave aperte al pubblico e hanno visitato i musei della zona. Coloro che vogliono andare un po' più a fondo nella conoscenza dei fossili di Solnhofen saluteranno con gioia Solnhofen- Ein fenster in die Jurazeit (Solnhofen, una finestra sul Giurassico) una confezione che contiene due libri rilegati che si propone come l’opera migliore e più in completa in circolazione.


Il primo volume è completamente dedicato agli invertebrati, e apre in seconda di copertina con l’immagine di una meravigliosa Geocoma carinata che sembra ancora nuotare nei mari giurassici.
Fieri di questa eccezionale Lagerstätte, negli ultimi anni in Germania si sono moltiplicati gli studi e gli scavi di nuovi giacimenti.

Solnhofen Fenster 03  Solnhofen Fenster 04


Il libro inizia con una introduzione sulla pietra di Solnhofen e le ragioni per le quali ha cominciato ad essere utilizzata. Non dimentichiamo che, aldilà dei fossili, le cave locali erano lavorate per la pietra da costruzione e rivestimento, poi, dopo l’invenzione di Seinfelder, per estrarre la pietra litografica che veniva utilizzata nel processo di stampa.
La storia prosegue con l’introduzione geologica di quello che oggi viene definito “arcipelago di Solnhofen”, un insieme di piccole isole circondate dal mare più o meno profondo dove si è conservato un intero ecosistema.
Oltre ai classici giacimenti di Langenaltheim, Solnhofen e Eichstätt, vengono descritti i giacimenti che negli ultimi anni hanno restituito i fossili più interessanti: Brunn (rettili e piante), Schamphaupten (il piccolo dinosauro Juravenator esposto al Jura Musem di Eichstätt), Painten (pesci, tartarughe e l’unico esemplare di theropoda Sciuromimus esposto al Burgermaister Muller Museum di Solnhofen), Pfalzpaint (i magnifici ritrovamenti di meduse Rhizostomites admiratus) e Muhlheim, una cava privata aperta al pubblico dove si trovano comunemente spugne, piccoli pesci e ammoniti, più raramente tartarughe e coccodrilli.

Solnhofen Fenster 05  Solnhofen Fenster 06


Si susseguono vari capitoli in cui vengono analizzati i vari invertebrati trovati nell’arcipelago. Si inizia con i microfossili per poi passare alle piante. Molte delle illustrazioni fanno riferimento ad esemplari che non vedrete mai nei musei, poiché appartengono a collezioni private. E’ encomiabile che gli autori siano andati a cercare questi fossili per fotografarli e studiarli al fine di fornire un panorama completo della flora dell’arcipelago di Solnhofen, che, sulla terra ferma, presentava una vegetazione composta da conifere, cicadee, thuja e cipressi.

Solnhofen Fenster 08  Solnhofen Fenster 07


La descrizione continua con le spugne e le meduse, queste ultime si rinvengono in uno straordinario stato di conservazione che mostra i dettagli più minuziosi dell’intero animale. Poi sono descritti i Polychaeta, i brachiopodi, i bivalve e i gasteropodi. I Cephalopoda (nautilus e ammoniti) e le belemniti sono entrambi riccamente illustrati ed identificati per la felicità dei collezionisti di fossili che potranno dare un nome ai loro ritrovamenti.


Il capitolo sugli insetti è molto corposo, e si rivela una gioia per gli occhi osservare la varietà di libellule, grilli e cicale. Chi ha cercato nelle cave intorno Solnhofen sa che non si tratta di ritrovamenti comuni, eppure molti degli esemplari fotografati provengono dalla cava aperta al pubblico Hobbysteinbruch Blumemberg, nei pressi di Eichstätt!


Segue un eccellente capitolo sui Decapoda, gamberi e aragoste che ogni cercatore sogna di trovare, così come i Chelicerata che includono i Chresmoda (l’insetto pattinatore) e i mesolimuli, alcuni di questi ultimi sono stati ritrovati associati a tracce di camminamento.

Vengono descritti gli Echinodermata, con la eccezionale varietà di stelle marine ed ofiure, gli echinoidi irregolari e regolari che ancora conservano le spine in posizione di vita.

Il primo libro si conclude con un capitolo sugli Holothuroidea, i cetrioli marini che vivevano nella sabbia dell’arcipelago, e gli Hemicordata, di cui fanno parte i vermi marini.

Il secondo volume si occupa dei vertebrati, e apre in seconda di copertina con uno straordinario esemplare di Turbomesodon relegans, un pesce tropicale proveniente dal giacimento di Ettling, scavato sistematicamente dal museo di Eichstätt.

Solnhofen Fenster 09  Solnhofen Fenster 10

Il primo capitolo del secondo volume è proprio sugli abitanti delle acque dell’arcipelago, i Chondrichthytes, che include le chimere, gli squali hybodonti, gli squali e le razze. Gli esemplari analizzati sono moltissimi, sia di animali completi che di denti isolati. Segue un capitolo sugli Osteichthytes e sui Teleosteomorpha che includono gli esemplari di Aspidorhynchus e Pycnodonten con i denti adattati a triturare le conchiglie. La sezione dei pesci si conclude con i Coelacanthiformes, pesci mai estinti che ancora abitano le profondità marine.

Nelle acque dell’arcipelago di Solnhofen nuotavano le tartarughe marine e gli Ichtyosauria. Negli ultimi anni sono stati ritrovati vari esemplari di Lepidosauria provenienti soprattutto dagli scavi di Painten. una cava privata non aperta al pubblico dove si conducono scavi scientifici sistematici. Qui sono stati ritrovati esemplari di Rhyncocephalia, i rettili con caratteristiche primitive che ancora sopravvivono in Oceania.
Anche i coccodrilli vivevano nell’arcipelago, e sono stati ritrovati sia occasionali esemplari completi della grandezza di quelli moderni, sia denti isolati.

Nei cieli di questo ecosistema tropicale volavano gli Pterosauria, i rettili volanti i cui delicati resti si sono perfettamente conservati nella Fossillagerstätte di Solnhofen.
Nelle terre emerse vivevano i dinosauri appartenenti all’ordine Theropoda, alcuni particolarmente unici ed eccezionali. Oltre al Compsognathus, ricordiamo gli esemplari unici dello Juravenator e dello Sciuromimus.

E come dessert al termine di una fantastica cena, gli autori del libro concludono la carrellata sui fossili di Solnhofen con il capitolo sull’ Archaeopteryx, fossile trovato solo in Germania e solo nella zona di Solnhofen, oggi considerato patrimonio nazionale tedesco. Ad oggi ne sono stati trovati dodici esemplari, l'ultimo è in esposizione nel piccolo museo del nuovo Dinosaurier-Park Altmuhltal

All’Archaeopteryx la Pfeil-Verlag ha già dedicato un libro monografico in lingua inglese e tedesca
(https://www.paleonature.org/paleoreviews/101-archaeopteryx-di-peter-wellnhofer)

Molti collezionisti di fossili sono affascinati dagli intricati disegni della pietra di Solnhofen che non sono affatto fossili di piante, ma dendriti pirolusitici, inclusioni minerali di ossido di ferro e manganese. Un capitolo del secondo volume racconta di questi pseudo fossili.

Due successivi capitoli analizzano il giacimento di Wattendorf che si trova in Franconia, a nord di Bamberga, e il giacimento di Nusplingen, a sud di Stoccarda. Entrambi sono abbastanza lontani dall’arcipelago di Solnhofen, quindi si parla di Wattendorfer Plattenkalke e Nusplinger Plattenkalke Lagune. I fossili ritrovati sono gli stessi del Solnhofen Plattenkalke, e si possono ammirare ai musei di Bamberga e in quello di Stoccarda.
(per Wattendorf vedi: http://pfeil-verlag.de/publikationen/frankenland-am-jurastrand)

Concludono il secondo libro due capitoli su due differenti giacimenti francesi, Cerin e Canjuers, dove è presente il calcare litografico giurassico che ha restituito fossili delle stesse specie di quelli ritrovati a Solnhofen.

 

Questi volumi valgono davvero il prezzo che costano, buona lettura!

 

 Solnhofen Fenster 11